Un cartone impegnato

Walzer con Bashir è un film a cartoni animati che tratta un tema dal profondo significato politico (il conflitto arabo-israeliano), sulla scia di Persepolis che lo scorso anno aveva riscosso un insperato successo.
Protagonista della storia è un ex militare israeliano (Ari Felman il regista) che si accorge di aver completamente rimosso i ricordi della guerra in Libano – a cui aveva preso parte anni prima – grazie all’incontro notturno in un pub con un amico.
Attraverso una serie di colloqui e scambi di idee con gli excommilitoni, a poco a poco i ricordi di Ari affioreranno nella sua mente e lui riuscirà a ricostruire i terribili giorni della strage di Sabra e Chatila in cui i falangisti libanesi uccisero un numero indistinto di uomini, donne e bambini palestinesi.
All’epoca Ari aveva 19 anni e l’esercito israeliano rimase per ore guardare i flangisti cristiani che portavano a termine il loro misfatto.
Il film è originale e molto bello. La narrazione è efficace, ma mai pallosa, grazie anche al sapiente uso di una colonna sonora molto varia.
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MCM 2008, pubblico?

Il freddo polare e il vento hanno fatto la parte del padrone alla Milano City Marathon di questa domenica. Non so in base a quale strana legge della fisica, ma dopo il 30esimo chilometro il vento mi sembrava sempre contro. Forse è per quello che da quel momento in poi ho cominciato a rallentare il ritmo. Ho concluso in 3 ore e 38, non è il mio record, ma considerate le condizioni e il ginocchio dolorante non sono insoddisfatto.


In generale, l’edizione mi è sembrata meno partecipata dell’anno scorso. L’idea di fare la partenza davanti al castello è buona ed è stato anche eliminato il selciato nei chilometri finali, che era diventato una vera e propria tortura.

Il pubblico milanese? Non pervenuto, i soliti quattro gatti, forse più numerosi dell’ultima volta, ma molto silenti. L’entusiasmo e il tifo sono ben altra cosa. L’anno prossimo alla mezza mi porto un fans club. 🙂 In compenso non sono mancati i clacson e gli automobilisti incazzati. Un problema che, considerata l’inciviltà dei milanesi al volante (compreso uno che mi stava investendo dalle parti del Palavobis davanti a un vigile), dovrebbero risolvere gli organizzatori.

L’impressione è che la strada sia quella giusta, ma l’obiettivo di diventare una delle più importanti e partecipate maratone europee è ancora lontano.  

 

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Climb, hippy e vertigini

Steph Davis – Tra Vento e Vertigine
Versante Sud € 18

Una biografia in grado di tenere inchiodato il lettore dalla prima all’ultima pagina. Sto parlando di Tra Vento e Vertigine, il libro dell’eccentrica e impulsiva climber statunitense Steph Davis. L’ho iniziato per scherzo, ma mi è
piaciuto un sacco e l’ho finito in tre o quattro giorni. 

È la storia di una
donna indipendente ma passionale, in grado di soffrire e cavarsela con
coraggio anche nei momenti più impegnativi (non solo dal punto di vista sportivo, ma anche umano) e diventare un’atleta di
fama internazionale.
Grazie a un giovanile colpo di fulmine Steph decide di abbandonare la
carriera universitaria e dedicarsi all’arrampicata al punto da
diventare una delle migliori scalatrici al mondo grazie alla dedizione
totale alla passione sportiva.
La sua determinazione non si piegherà nemmeno quando dovrà affrontare una vita nomade da vagabonda vera e propria.

Una vera e propria hippy che ha dormito nella propria auto per anni in compagnia di un cane.
La protagonista è stata la prima donna a salire in libera la maestosa
Salathè Wall su El Capitan nella Yosemite Valley, e sempre la prima
donna a raggiungere la cima della Torre Egger, in Patagonia.
La prosa scorre veloce anche se in alcuni passaggi del testo l’autrice sembra perdere il filo conduttore della narrazione.

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Il social network si perde di vista

Ho lasciato per troppi giorni
il blog a prendere della polvere mentre io smanettavo su Facebook. Si
tratta di un social network a cui tutti si iscrivono perchè gli amici
ne sono assuefatti e a cui, dopo un mesetto capito il meccanismo malato
di iterazione alla base del network, tutti ne vorrebbero uscire.
Dicendo frasi del tipo "mah, mi ha stancato, ora chiudo l’account".

In
verità però la febbre di FAcebook, arrivata in ritardo anche in
Italia,  sembra dilagare e gli utenti che lo abbandonano non sono
così numerosi.
Il fenomeno presenta aspetti sociali molto interessanti perchè può
diventare uno strumento di aggregazione incredibile in relazione a una
determinata causa o un argomento.
Al contempo però è necessario un minimo di buon senso per tutelare la
propria privacy – leggete bene il consenso al trattamento dei dati in
fase iniziale e, in relazione a quello, state bene attenti a quello che
scrivete dopo – e nel selezionare gli amici.
Il network ha anche un potenziale enorme a livello professionale ; utilizzato con
le iniziative giuste può diventare un ottimo strumento di pubblicità completamente gratuito.

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Maratona di Parma

Ho trovato veramente
pessima l’organizzazione della Maratona di Parma, che poi in realtà non
è una maratona.Ma andiamo con ordine, il tracciato si basa su un anello
di 10 chilometri circa, da ripetere più volte a seconda della gara
scelta. Selciato a parte, il percoso è piacevole e vario.

Il
problema vero è l’organizzazione, a cominciare dal ritiro dei pettorali
in mezzo a una folla caotica stipata sotto un arco, ai pacchi gara
finiti troppo presto, i bagni inesistenti,un simpatico chiodo
arrugginito  che spuntava da un asse messa nel bel mezzo del
percorso per abbassare un gradino, alle troppo ampie possibilità di
tagliare il percorso per i "furbetti del quartierino" ai ristori che
comprendevano quasi solamente acqua nei bicchieri, nemmeno nelle
bottiglie! 

Cigliegina
sulla torta,  il pacco gara comprendeva un biografia – uscita a
suo tempo con la Gazzetta di Parma – di un tale Padre Lino !

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Intervista a Elisa Davoglio


Oggi facciamo quattro chiacchere con Elisa Davoglio autrice del libro Onore ai Diffidati di cui parlo in questo vecchio post.

D) CIao Elisa, parlaci un po’ di te?
 32 anni del segno dei Gemelli. Mi assicurano che è un bel segno, quindi spero di essere nata sotto una buona stella.

D) Quando hai cominciato a scrivere? Il tuo rapporto con la scrittura?
 L’incontro con la narrativa è stato un caso, ho sempre scritto poesie. Cosa che amo di più, indubbiamente

D) Come mai hai deciso di dedicarti ad un tema come gli Ultras? Hai
 fatto degli studi al riguardo?

 
Gli studi al riguardo li ho fatti dopo aver iniziato un reportage
generico sul mondo del tifo, visto attraverso gli occhi di una donna.
Solo che mi sembrava stereotipato e noioso come argomento, invece le
frange più nette ed estreme delle curve, ultras o meno, mi
interessavano di più, soprattutto perché i loro rappresentati erano
ostili a farsi conoscere, riottosi a parlare con me. Per sapere i
motivi di questa diffidenza ho iniziato questo viaggio e ho scoperto
molto, abbattendo molti stereotipi.

D) In relazione agli episodi della prima giornata di campionato di
 calcio 2008, pensi che la linea dura del governo
 
riguardo al tifo violento possa servire? In realtà sembra che gli
 
stessi problemi si ripropongano tutti gli anni

  
si ripropongono e si riproporranno, penso.
La linea dura non credo esista, credo vi sia una linea incerta che
subisce troppo l’attualità dei fatti e l’onda mediatica, affrontando
spesso in maniera riduttiva il fenomeno, come se si dovesse solo
rispondere ad una emergenza senza considerare tutta una altra serie di
fattori.


D) In Italia sarà veramente possibile, in un futuro, far convivere i
 
gruppi di tifosi e garantire al contempo
 
un accesso tranquillo allo stadio a bambini e famiglie?

 
Credo che nel futuro impereranno le pay tv. Si presenteranno meno
occasioni di vita collettiva allo stadio. La convivenza non sembrerà
necessaria e non sarà un obiettivo primario.

 

D) Pensi che il fenomeno della politicizzazione delle curve sia un’abile
 
mossa di alcuni gruppi politici
 
per garantirsi un seguito?

 
Non lo so. Penso che nelle curve sia entrata la politica "estrema" in
seguito a una caduta vertigionosa di certi valori del calcio inteso
come sport pulito.
Le curve dovrebbero essere apolitiche perché la vera fede dovrebbe essere la maglia e ciò che rappresentano i suoi colori.

 


D) Cosa ne pensi della recente polemica scoppiata a Milano in seguito
 
alla riapertura del centro Cuore Nero?

 
Ne hanno parlato troppo secondo me. Troppa pubblicità,
strumentalizzazioni facili della stampa che fomenta strategia da una
parte e dall’altra. Oppure sono gli anni 70 che tornano? vedremo.


D) Hai in programma un altro libro?
 
Si. E ho troppe idee, il che può essere un problema, in narrativa!

Elisa Davoglio


 


 

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Panoramica Venezia 2008 – Un giorno perfetto

Guardando questo film mi
sono chiesto come possa finire il regista de Il Bagno Turco e Le Fate
Ignoranti a girare un film come Un Giorno Perfetto. Come potete
immaginare il nuovo film di Özpetek non mi è piaciuto, a mio parere è
un drammone poco riuscito. Per realizzarlo è stato utilizzato un cast composto dai migliori attori italiani del momento. Mi sono riproposto di non scriverne troppo male a caldo, ma

comunque il mio giudizio si aggira sulla sufficienza, sarei tentato di
dare anche meno considerato il piccolo cameo della solita cicciona
insopportabile che questa volta fa la gelataia. La storia per crudeltà
e realismo potrebbe essere degna di Ammanniti, ma per come è sviluppata
nel film lascia un certo senso di noia e più che altro di inutilità.

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Panoramica Venezia 2008 – Choke

Il film Choke presentato
all’ultimo festival di Locarno è tratto dal celebre romanzo di Chuck
Palahniuk, uno scrittore che a dire la verità non amo molto.

In
ogni caso il film di Clark Gregg racconta la storia di Victor,
sessodipendente che attraverso delle sedute di gruppo e senza troppa
convinzione cerca di migliorare la propria condizione. La vita del
protagonista gira attorno al suo rapporto con la madre malata di mente,
che lo ha abbandonato in tenera età. La cosa inspiegabile è il fatto
che il film è divertente, la domanda che invece sorge spontanea è:"è
veramente necessario attingere agli aspetti peggiori dell’umanità
(abbandono minorile, violenze, sesso, alcool, etc…) per creare una
trama divertente e stupire il pubblico?". Senza moralismi intendo, in
altra parole, per intrattenere il pubblico è proprio necessario parlare
di uno che si farebbe anche i muri e frequenta un manicomio? Forse è
meglio andare al bar a farsi una birra e parlare di calcio a quel
punto…  

 

 

 

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Settembre Cinema

Ho scoperto 5 minuti fa che esiste questa iniziativa ( Settembre Cinema ) del Comune di Milano, collegata alla solita panoramica dei film di Venezia. Sembra interessante.

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Ferrero intervistato su Liberazione di ieri…

Ferrero intervistato su Liberazione di ieri:"La tv è necessaria, nessuno pensa il contrario. Ma c’è un altro lavoro da fare: stare tra la gente in carne ed ossa e misurarsi con i problemi reali del vivere quotidiano.
La tv è un pezzo della propaganda e il nostro lavoro non si può ridurre
ad essa. Dobbiamo affrontare problemi concreti e costruire risposte a
questi problemi; dobbiamo evitare che la politica si riduca a presenza
nelle istituzioni e mera propaganda, ma sia lavoro sul territorio, nei
luoghi di lavoro, come ha sempre fatto il movimento operaio, come
abbiamo fatto da Genova in poi. Dobbiamo migliorare quel modello… "

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