Il guru e il futuro

Venerdì sera Cory Doctorow ha tenuto a Milano una breve, ma piacevole conferenza in Mediateca.
L’ambiente era intellettualmente vivace e snob quanto basta.
Il guru dei media per quanto riguarda i temi ha giocato un po’ in casa: digital rights management (è un accanito sostenitore della licenza Creative Commons), comunicazione tramite Internet e il futuro dell’informazione.
Stando a sentire lui i quotidiani di carta hanno perso e moriranno a breve (più in generale il modello culturale legato a questo tipo di informazione ha perso), i blogger hanno vinto, Facebook è moribondo e dobbiamo passare tutti a Twitter.
Ora, il tono non era esattamente questo, e le argomentazioni sostenevano le sue testi – a tratti volutamente provocatorie – in modo efficace e su alcune cose ero d’accordo con lui, ma i quotidiani rimangono un piacere incredibile.
Facendo un paragone culinario è vero che anche i fastfood sfamano, ma vuoi mettere un bel piatto di pasta. E’ vero che posso avere tutte le notizie in breve con un aggregatore RSS, ma vuoi mettere che figata leggere la Gazzetta alla mattina davanti a un caffè!
In ogni caso, ho aperto un account Twitter, giusto per non sbagliare.
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3 Responses to Il guru e il futuro

  1. Iole says:

    “@IOle 2:Twitter in USA prende piede perchè lo puoi leggere e postare anche da cellulare o simili”

    Si, vabbè, ma parlando di cose serie: io non ho un account BLOGGER, però seguo il tuo blog (forse sono il tuo unico lettore :-D). Non ho un account ttwitter, e se per seguire il tuo twittamento devo aprirmelo, sinceramente, mi passa la voglia.

  2. zumbi says:

    @IOle 1: sì, sono abbonato a l’internazionale. Leggo il pezzo, magari posto e ci dedichiamo all’argomento

    @IOle 2:Twitter in USA prende piede perchè lo puoi leggere e postare anche da cellulare o simili

  3. Iole says:

    – Sui quotidiani ti segnalo che “INTERNAZIONALE” in edicola questa settimana titola: “IL GIORNALE DI DOMANI: In tutto il mondo i quotidiani perdono copie e pubblicità, riducono le redazioni, rischiano la chiusura. Ma il futuro dell’informazione non è mai stato così promettente”. Non ho ancora scartato la mia copia, quindi ignoro completamente il contenuto, ma ti farò sapere.

    – Facebook DEVE morire.

    Per come la vedo io (che notoriamente ho torto a priori) sopravvivono sulla lunga distanza tutte quelle forme di aggregazione “finalizzate” o almeno legate ad un punto di interesse specifico (p.e. Flickr, Anoobi, etc.), mentre i network legati ad una pura esposizione del proprio ego (Facebook, ma anche i profili personali di myspace) dopo un po’ perdono di interesse.

    Twitter, se ho capito come funziona, è un po’ come i blog. Chi è interessante sopravvive, chi non non ha nulla da dire muore.

    Certo, il vantaggio dei blog è che li puoi leggere anche senza aprire un account su quella piattaforma, mentre non riesco ad accedere a twitter senza account. Sono pirla io?

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