Un grande successo di pubblico ha accolto il 27 di marzo Lawrence Lessig all’incontro milanese organizzato da Meet the Media Guru (www.meetthemediaguru.org) alla Mediateca di Santa Teresa. L’evento era previsto all’interno di un ciclo di incontri organizzato per dare spazio al dibattito sul tema della libertà della Rete. Un tema attuale visto che il nostro paese è al centro di una serie di proposte orientate a riformare le regole di Internet ponendo delle limitazioni.
Lessig è economista e professore di legge ad Harvard e Stanford, scrittore, fondatore del sistema di copyright Creative Commons, nonché consigliere della campagna elettorale di Obama sul Web.
Con un argomentare molto accademico e preciso, a tratti talmente distante da sembrare freddo, Lessig ha analizzato il concetto di fiducia e dipendenza alla base delle relazioni sociali.
Come punto di partenza per il suo discorso ha utilizzato l’analisi della situazione negli USA dove il binomio politica-denaro ha minato l’autonomia della politica, favorendo la corruzione e creando nei cittadini un meccanismo di sfiducia.
L’economista ha esposto le proprie argomentazioni e ha affermato che la Rete è “un’opportunità straordinaria per affrontare la crisi, innestare un processo di rinnovamento del sistema politico e ripristinare la partecipazione attiva dei cittadini e la conseguente credibilità delle istituzioni e della classe politica”.
Un accesso libero e partecipato al Web e la fiducia nelle possibilità di apportare veramente dei cambiamenti tramite Internet sono secondo Lessig gli strumenti su cui puntare per apportare una miglioramento alla nostra società.
La critica che si può muovere alle sue teorie è il fatto che il professore di Hardvard e Standford non si rende conto della diversità di scenario tecnologico dell’Europa (e dell’Italia in particolare) rispetto agli Stati Uniti. Proprio a proposito di una arretratezza del nostro paese in tema di partecipazione e innovazione tecnologica rispetto agli Stati Uniti, Lessig in Mediateca ha affermato: “Voi avete in Europa un movimento hacker molto politicizzato che blocca le direttive Ue per esempio sui brevetti software, o sull’estensione del copyright fonografico … ci sono movimenti che raccolgono firme su Facebook per salvare Internet dalla censura, intellettuali che si battono per regole condivise. E grazie a Internet, si può creare un network globale di solidarietà attorno a certi grandi temi. Sarà una battaglia, ma da qualche parte bisogna cominciare a partecipare se si vuole salvare la democrazia”.