Obama e il Medio Oriente

L’agenda del nuovo presidente degli Stati Uniti è piena di impegni,
come si sono sprecati a precisare per giorni i nostri maggiori quotidiani. 
Inoltre su cinque anni di presidenza,
i tempi effettivi di lavoro per cambiare le cose non sono molti, 

svolte tutte le lungaggini burocratiche e la campagna elettorale.
In particolare argomenti come la crisi economica, 
il ritiro dall’Iraq e dall’Afganistan, i rapporti con la Russia e
la crisi energetica terranno impegnato Obama a lungo.
Proprio per questo motivo non avrei mai immaginato che uno dei suo primi gesti
fosse una telefonata ad Abu Mazen. 
La questione mediorientale è fondamentale per una potenza come gli Usa, 
ma un impegno attivo nell’area e per la pace – come quello di Bill Clinton anni fa – 
mi sembra impensabile.
Resta da capire se quello odierno
è stato un gesto dettato dall’urgenza della questione 
o una prima mossa di una precisa strategia politica 
(che tutti ci auguriamo) volta a trovare una soluzione alla questione palestinese.

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2 Responses to Obama e il Medio Oriente

  1. Zumbi says:

    Sì, sì, esatto. Il considerare la questione palestinese in un contesto di “guerra di civiltà” (come Bush, i fratelli mussulmani e Hamas sembrano fare) è sicuramente un modo per peggiorare le cose verso un punto di non ritorno, è il peggiore approccio culturale possibilee.

  2. Ioleoso says:

    “o una prima mossa di una precisa strategia politica
    (che tutti ci auguriamo) volta a trovare una soluzione alla questione palestinese.”

    Più probabilmente una strategia volta a disinnescare l’odio verso gli USA da parte di buona parte del mondo islamico causata dalle politiche sconsiderate del suo predecessore (e da 50 anni di sostegno incondizionato alle politiche dello stato di Israele)…
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    Quello che mi è piaciuto molto del discorso di Obama è questa frase:
    Che sembra voler abbandonare un po’ i toni da “guerra di civiltà” e segnare una differenza non da poco rispetto all’amministrazione Teocratico-conservatrice del figlio pirla. E noi, invece, ci abbiamo Maroni…

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