La valle che non c’è

“La Valle di Ognidove” – Davide Sapienza

La valle a cui si riferisce il titolo del libro è quella in cui Davide
Sapienza trascina il lettore prendendolo per mano dalla prima
all’ultima pagina per una lunga e lenta camminata.
Un luogo in cui si intrecciano elementi di fantasia, sfumature
mistico-religiose, visioni e citazioni storiche come quella della
guerra sulle Alpi italiane o la vita di Gesù. Senza dimenticare
territori reali come il nord europeo, i ghiacciai del Canada artico e
le Alpi.
Davide Sapienza sulla scia dell’opera precedente “I Diari di Rubha
Hunish”, propone un libro che rappresenta un romanzo-viaggio nel
profondo della nostra anima, un percorso intimista o, per meglio dire,
un viaggio del pensiero. “Il pensiero è il luogo del viaggio per
eccellenza. Continuamente nutrito dall’emozione, sa come attendere e sa
come abbandonare le terre aride perché sa progettare e sa risolvere, ma
può attendere, ascoltare lasciarsi pensare dal suo corpo”.
Un libro ricco di sensazioni, da gustare lentamente, un’opera che
richiede un approccio particolare, ma che in compenso è in grado di
farci sentire in empatia con la natura, lontani dalla nostra vita di
tutti i giorni. “L’esperienza era folgorante. Il pensiero si era
liberato dall’oppressione dei rumori… Sciogliendo i lacci, come di rado
negli ultimi mesi gli era capitato, aveva intrecciato una danza
meravigliosa con le parole di un libro…”.
Il protagonista de “La Valle di Ognidove” – Ishmael – affronta sette
tappe che corrispondono a sette formazioni rocciose solitarie chiamate
“nunatak”, una parola Inuit usata dal popolo dei ghiacci per indicare
gli avanzi geologici di terre che furono. Cime solitarie di ghiaccio e
neve, l’unico rifugio per piante e animali durante la glaciazione nel
quaternario, isole che diventano per l’autore nuclei tematici e
capitoli attorno a cui si snodano le idee del testo.
Dal libro emergono chiaramente riferimenti a Jack London, alcuni passi
ci hanno ricordato le atmosfere dei racconti di Poe o i paesaggi
innevati e solitari narrati nei diari di Shackleton.
Complimenti a Sapienza che ha avuto il coraggio di proporre un libro
avvincente e ambizioso, che non sempre è di immediata comprensione e
che richiede una buona dose di attenzione da parte del lettore.

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