Ci sono due persone su un
vecchio treno merci in legno che corre nella pianura, hanno le gambe a
cavalcioni sul vagone e si lasciano dondolare dal ritmo sempre uguale
dei binari.
Uno è un vecchio vagabondo di colore cresciuto nel circo, indossa un
cappello a cilindro nero e una consumata giacca di velluto; suona una
chitarra folk, è una canzone di sua composizione, nonostante l’età la
sua vena poetica non si è consumata.
L’altro è un filosofo ebreo tedesco scampato al destino del nazismo e
anche al proprio suicidio sulle alpi spagnole. Emigrato in America grazie
all’aiuto dell’amica Hannah, ha abbandonato in un istante (e per sempre)
il pessimismo che lo aveva contraddistinto insieme alla vecchia Europa.
Corrono verso il loro sogno: la Patagonia, il sud del mondo, o per
meglio dire la cittadina di Ushuaia, capitale della Terra del Fuoco, la
città più australe del mondo. Nomi che soltanto a nominarli provocano
in loro i torpori e l’eccitazione dei veri viaggiatori.
Alle loro spalle le catena andina, alcune delle montagne più famose per gli arrampicatori.
Non c’è tempo per una sosta però, entrambi sono scappati da una società
che li voleva imprigionare e rincorrono il loro sogno, baciati dal sole
che sorride sui loro visi filtrato dalle nuvole. Instanti di vita,
contro inutili anni passati a fuggire dalle SS o dalla galera.
Sono ancora lontani i tempi di Odessa e delle fughe degli sterminatori dal vecchio continente.
Quello che li spinge è il gusto per l’avventura e nemmeno le due
ragazze incontrare la sera prima – nella vecchia baracca con funzioni di
Bar a cielo aperto – potranno trattenerli.
"It ain’t no use in turnin’ on your light, babe
That light I never knowed
An’ it ain’t no use in turnin’ on your light, babe
I’m on the dark side of the road
Still I wish there was somethin’ you would do or say
To try and make me change my mind and stay
We never did too much talkin’ anyway
So don’t think twice, it’s all right …"
noi aspettiamo di sapere cosa li spinge ad andare avanti….